di Serena Colombo e Massimiliano Babila Cagelli
“Il soggetto è secondario, quel che voglio riprodurre è ciò che si trova tra il soggetto e me stesso”
Claude Monet
232 pagine a colori 16 racconti 16 opere principali 16 menu Oltre 70 ricette ORIGINALI
5 ricette firmate da grandi CHEF STELLATI MICHELIN
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Il soggetto è secondario, quel che voglio riprodurre è ciò che si trova tra il soggetto e me stesso
Claude Monet
Gli Autori
Serena Colombo è storica dell’arte, giornalista professionista e autrice di testi scientifici e divulgativi in ambito storico-artistico. instagram @essecolombo
Massimiliano Babila Cagelli, già primatista italiano assoluto di nuoto nei 200 rana, da oltre vent’anni studia e approfondisce la cucina nei suoi molteplici aspetti. instagram @massimilianobabila
Illustrazioni
Lorenzo Giuseppe Cagelli
Anche Van Gogh mangiava le cozze è più che un ricettario, è insieme un viaggio culinario e un’esperienza artistica: ricette accompagnate da racconti, per offrire nuovi spunti per ricevere gli ospiti, tra arte, cucina e convivialità.
16 racconti, 16 menu, oltre 70 ricette, 5 ricette di 5 chef stellati (Alessandro Negrini e Fabio Pisani de “il Luogo di Aimo e Nadia”, Silvio Salmoiraghi de “L’Acquarello”, Simone Salvini già executive chef del “Joia”, Rita e Pino Possoni del “Marina”)
I racconti sono tratti dal diario del protagonista immaginario, Ismael Pigeons. Nato a New York nel 1851, ventenne emigra in Francia, patria dei genitori, alla ricerca di un nuovo soleil levant e con la speranza di coronare il sogno di diventare cuoco.
Novello Forrest Gump, narra degli incontri -più o meno fortuiti- con artisti, collezionisti, modelle e giardinieri, ma soprattutto con le opere d’arte.
Le parole di Ismael sono frutto di fantasia mentre quelle degli artisti sono per la maggior parte riprese (e a volte rielaborate) da scritti, corrispondenze, diari, articoli di giornali e altre fonti dirette.
Dall’alchimia di esperienze e sensazioni vissute da Ismael nascono i piatti e i menù del ricettario. Per questo ogni menu è legato, tramite il nome, a ciascuno dei protagonisti delle storie cui si ispirano anche i vari piatti. Piatti che richiamano visivamente o concettualmente i dipinti degli Impressionisti, in quel momento magico in cui l’Europa è attraversata dalla raffinata freschezza del “mondo fluttuante” (ukiyo-e, 浮世絵) delle stampe giapponesi.
Parafrasando Monet, quello che si vorrebbe offrire è una cucina di impressioni. Dipinti e piatti catturano istanti di vita e di emozioni. Per restituirli al lettore.
Le ricette proposte, create appositamente per il volume, sono frutto di una ventennale sperimentazione nella cucina contemporanea, dove gli ingredienti occidentali si sposano con i sapori orientali.
Abbracciano le nuove tecniche di preparazione ma sono facilmente replicabili in ambito casalingo (anche mediante qualche escamotage).
La loro realizzazione è facilitata dalle riproduzioni fotografiche e, in alcuni casi, da illustrazioni che mostrano la composizione dei piatti. Inoltre gli autori hanno attivato un canale instagram (@massimilianobabila) per dialogare con i lettori.
Anche Van Gogh mangiava le cozze è un’unica opera composta di fatto da due volumi palindromi, che traggono spunto l’uno dall’altro, dialogando tra di loro ma anche fruibili indipendentemente. Come gli Impressionisti lavoravano direttamente sulla tela, con colori puri, per restituire fuggevoli istanti di vita, così le ricette sono state create sull’onda delle emozioni, in una sorta di sindrome di Stendhal, trasformando la materia prima in un equilibrio alchemico di sapori, consistenze e profumi.
Il lettore è libero di immergersi in questo universo, di appropriarsene e trasformarlo, proprio come il nostro protagonista